Michele Minessi è un ciclista. Punto. È uno a cui piace semplicemente pedalare partendo da casa o da poco lontano. Le sue avventure se le cerca in quegli spazi che tutti guardiamo passando veloci in autostrada. Anche lui vede quegli spazi scorrere veloci, ma ne prende nota e poi ci torna in sella alla sua bicicletta, con le borse Miss Grape cariche di tante cose, ma soprattutto di buon cibo e di una immancabile bottiglia di vino.
Un orso di media montagna, di quelli che si perdono tra gli alberi, che amano la solitudine, che rifuggono i raduni, le gare e la socialità che molto spesso è anche sinonimo di movimento Gravel. Non è un solitario, ma un selettivo. Perchè se devi perderti in una valle di montagna a 50 km dalla prima casa, meglio farlo con qualcuno a cui devi spiegare nulla, soprattutto non devi giustificare la tua idea di come siete finiti lì. Ci volevate andare e basta.
Perchè per Michele non è importante il tempo o la meta, ma tutto quello che si vive durante il percorso, meglio ancora se condiviso con un paio di amici di quelli giusti, di quelli a cui non devi neanche parlare perché capiscono già tutto al primo sguardo. Non ama raccontare le sue avventure, ama viverle e fotografarle, cercare di trasmettere tramite immagini ferme le sue sensazioni… e il più delle volte ci riesce davvero bene. Ama arrivare in cima a una montagna, fermarsi a dormire da solo dove non c’è nessun altro e vedere dall’alto le luci della montagna. Guarda in basso e pensa alle persone che si stanno divertendo in compagnia e si chiede se siano loro a sbagliare oppure se sia lui lui l’unico a non capire.
La passione per scoprire le piccole avventure che circondano casa sua è nata fin da subito, da bambino scappava nel bosco a costruire fortini e inventarsi battaglie con gli esseri immaginari che abitavano a pochi passi da casa, poi ha scoperto la bici e l’esplorazione su due ruote ha avuto inizio.
E’ stato un amore travolgente, ma non monogamo. Perché in piena adolescenza c’erano altre cose da fare, le discoteche, le feste, la musica e la bici prendeva polvere, ma col tempo la polvere è diventata sempre meno e Michele ha iniziato a scegliere la bici come sua compagna di vita, ogni giorno per andare al lavoro, ogni giorno per salire “a baita” dopo il lavoro, spingendo i pedali sempre un po’ più in là, senza fermarsi più.
Passa la sua giornata a pensare a cosa fare in bici, dove andare in bici. Programmare la gita, dove piazzare la tenda, dove fare bivacco, cosa mettere nelle borse e quale sia il metodo migliore per caricare le borse.
Gravel, enduro, strada, qualsiasi disciplina è la sua disciplina e se non c’è la bici ci sono le scarpe da montagna che lo portano sempre in alto, sempre a guardare quelle lucine in basso e ancora a chiedersi chi stia davvero sbagliando. Dentro di lui, però, la risposta è ovvia, perché niente al mondo potrebbe trattenerlo dall’uscire dalla porta di casa e farlo salire in bici per andare a scoprire un altro sentiero, un altro angolo così vicino che riesce a portarti così lontano. Perché le avventure per essere tali non devono essere lontane, ma devono portare il tuo spirito lontano.